#arte

Non so bene quando ho iniziato a capire che l’arte sarebbe diventata una grande passione e poi il mio lavoro. I miei genitori, invece, si ricordano chiaramente di una vacanza a Firenze dove li ho trascinati imperterrito da una chiesa all’altra per vedere tutti i dipinti che avevo scelto sulla guida della città che avevo chiesto per il mio compleanno. Avevo nove anni e le idee già chiare. Poi ho avuto la fortuna di poter seguire questa passione anche all’università, laureandomi in Storia dell’Arte.

L’ho già scritto ma lo ripeto. Il guadagno più grande di quegli anni è l’aver colto questa disciplina come l’esercizio di comprensione del mondo più adatto a me. C’è chi preferisce numeri, tabelle e diagrammi; nel mio caso è stata l’arte a permettermi di capire tante cose del mondo e di me di cui avevo solo un’idea confusa. Mi ha dato e mi dà tuttora la possibilità di vivere meglio, di capire cose importanti che non sarei capace di sapere altrimenti. Ecco perché ritengo che sia importante favorire ancora di più l’accesso di tutti ai luoghi d’arte.

Comunque di quel primo viaggio a Firenze mi ricordo poco. Solo una cosa mi è rimasta impressa: i colori della Deposizione di Pontormo in Santa Felicita, che rimane tappa obbligata di ogni mio passaggio fiorentino.

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