Ho già parlato di Longuelo, il quartiere dove vivo e dove sono cresciuto. Il mio quartiere. Ma ce n’è almeno un altro, cui mi sento molto legato. Città Alta è per ogni bergamasco un luogo speciale e quando dall’A4 si vede il maestoso profilo delle mura venete, su cui si stagliano campanili e torri medievali, ci si sente finalmente a casa.
Ho la fortuna di lavorare in Città Alta e di averla vista rifiorire in questi cinque anni. Flussi turistici intensificati, piazze restituite (vi ricordate le auto in Piazza Mascheroni?), le mura patrimonio UNESCO. Certo non mancano questioni che mi interrogano: la proliferazione selvaggia di b&b, l’uso eccessivamente commerciale di Piazza Vecchia in alcune occasione e l’inadeguatezza dei collegamenti con i quartieri e con il centro città.
Il rischio di trasformare il centro storico in un luna park di lusso o in un gigantesco mangificio-airbnb è sempre dietro l’angolo. Una soluzione che può scongiurare la turisticizzazione selvaggia del tessuto storico sta nel mettere a disposizione alloggi a canone agevolato, perché tutte le classi sociali hanno diritto a vivere nella città storica (in 5 anni l’attuale amministrazione ne ha recuperati 40, ma ancora molto si deve fare).
Credo poi che alcuni progetti che Giorgio Gori ha presentato su Città Alta siano cruciali per un ulteriore miglioramento dei servizi turistici. Il progetto su Casa Suardi in primis, che prevede un maggior collegamento con la Biblioteca Mai e la chiesa di San Michele all’Arco per ampliare e articolare in modo più funzionale gli spazi culturali che si affacciano su Piazza Vecchia.