Oggi tocca ad un’altra parola non semplice, ma necessaria per costruire una città coesa e solidale. C’è ancora chi confonde la laicità con l’ateismo o con il laicismo. Ma per superare questa confusione basta un vocabolario.
Provo a dire come la intendo io; non penso che la questione sia l’estromissione della dimensione religiosa (e quindi di chi la vive) dalla vita sociale. questo è chiaro sia un enorme impoverimento. La questione sta nel dialogo, nel rispetto e nella sinergia da costruire continuamente tra la comunità civile e quelle religiose (sì, uso il plurale), avendo come obiettivo il vero bene dell’uomo e il giusto ordine della società.
Non è più il tempo delle barricate ideologiche. È il tempo di camminare insieme e di difendere la dignità dell’uomo, di ogni uomo. Dallo scorso marzo sono membro del Consiglio della Comunità Ecclesiale Territoriale della città. È il primo passo di un rinnovamento che ridisegnerà la presenza delle comunità cristiane nel tessuto cittadino perché siano sempre più a servizio dell’edificazione della città di tutti e per tutti.